U Basté

Da una lettera di Maria Rodi

pubblicata su: U Prebünencu

Anno II n.2 – aprile 1998

 

Mio padre si chiamava Ersilio Rodi, non era di Pietrabruna, era nato a Badalucco, ma amava il nostro paese più del suo. Il suo secondo nome era Antonio, ma nel nostro dialetto era chiamato “Tunin”. Quando gli abitanti del paese parlavano di lui dicevano “Tunin de Frasina”. Frasina era mia mamma ed era sarta....

….. Ritornando a mio padre, qualcuno lo chiamava “U Basté”, perché in effetti lui faceva i “Basti” ai muli, li faceva così bene che venivano anche dai paesi vicini. Io mi ricordo ogni fase della lavorazione perché, andavo spesso a vederlo, alle volte la sera portava il basto in casa per le ultime rifiniture. Ricordo in particolare che sul davanti metteva, come ornamento, un pompon di lana rossa. A proposito di basti, mia sorella Mirella che, per chi non lo sapesse è la terza delle mie sorelle con Lilia e Floriana, mi ha raccontato un aneddoto che io avevo totalmente dimenticato. “Era il periodo di carnevale, non cera la televisione, ma i giovani si dovevano pur divertire, allora una notte, portarono via dalle stalle tutti i basti e li accatastarono davanti al magazzino del Basté. Al Mattino, dopo una frenetica ricerca, i proprietari dei basti ritrovarono il maltolto, ma... qual'é quello del proprio mulo?”

I proprietari, dovettero quindi chiamare mio padre, visto che lui li aveva fatti, seppe ridare ogni basto al suo legittimo proprietario...