U Balun

 

 

U Balun a Prebuna

 

A settembre “a Fascia dell'Ersjo” (leccio), oggi Piazza della Repubblica o più semplicemente “a Fascia”, si anima di voci e di persone, ridando vita e lustro ad un gioco, da sempre molto amato e praticato a Pietrabruna “U Balun”. Chiudiamo gli occhi e torniamo indietro di anni, di tanti anni, I carruggi brulicavano di persone, il Paese contava mille abitanti o forse più, il lavoro era mano frenetico, la povertà accomunava la gente, ma la voglia di sfidarsi ad una partita era tanta. Tutti giocavano, dal più giovane al più anziano. Non esisteva il pallone di cuoio, ma si arrangiavano con altri materiali. Il “pugno” era fasciato con pezze di stoffa o strisce di lenzuola ormai in disuso, tutto tornava utile, l'importante era giocare!

Gli anziani ricordano che da maggio ad ottobre, pioggia permettendo, ogni giorno squadre di giocatori si sfidavano in campo. Partite che duravano anche più di un pomeriggio e che coinvolgevano il Paese intero, poiché tutti lavoravano solo al mattino. Ma lo sferisterio era uno solo:”a fascia”! E allora si prenotava. Ma esisteva anche la legge del più anziano e così ci si comportava: a mezzogiorno si sfidavano i bambini, che all'arrivo dei più grandicelli venivano mandati via, i quali lasciavano il posto ai ragazzi e quest'ultimi si facevano da parte con l'entrata in campo delle squadre vere e proprie.

E allora nascevano gli sferisteri di fortuna, i tanto nominati Carruggi:

Carruggio “ri longhi”

Carruggio “ ru majello

Ciappa de Giusè

Carruggio “de Settemò de Giuvan”

Piazza della Chiesa (Piazza San Matteo)

Paramuro

Carruggio “de ra Cà ra Capella”

Sotto la torre (via Martiri della Libertà)

Certo non si poteva giocare una partita classica di pallone elastico poiché lo spazio non lo consentiva, ma l'importante era “ribattere” il pallone. L'aspetto dell'attuale Piazza della Repubblica è cambiato nel tempo, ma una cosa è certa, essa è sempre stata al centro di ogni festa sacra o profana del Paese, e oggi si anima così raramente che solo nel suo “silenzio” possiamo ritrovare le voci di Pietrabruna. C'è chi se la ricorda con l'angolo dell'erbetta, dove il pallone si adagiava e assegnava il cosiddetto “gioco”.

Una volta, chi lo ricorda ancora; mancava la rete, cosa che rendeva molto difficile il gioco, poiché il pallone rischiava troppo spesso di essere ribattuto negli orti sottostanti.

Ecco allora che torna alla mente “Tambossi” giocatore di Piani di Imperia che che mise in luce la sua abilità nel ribattere, poche volte fuori campo il pallone.

Resta comunque un ricordo sincero di tutti i giocatori che negli anni passati e presenti, si sono susseguiti nel nostro sferisterio, chi agonisticamente, chi per passione, ma comunque tutti motivati da un grande amore per “U Balun”.

 

Tratto da: Nuovo Circolo Ricreativo Pro Loco Pietrabruna 1997

Testo di: Giuseppina Guasco