Petrino il bersagliere

Petrino il Bersagliere

 

Ricordo i tempi ormai passati,

penso ora e il fato li ha quasi depennati.

“Dei Longhi” il carruggio testimone fu,

di tanti giochi in nostra gioventù.

Non so perché “dei Longhi” la gente lo chiamasse,

ma di risate e burle questo ne attrasse.

Per dirne una che in mente ora mi passa,

te la racconto ma tu stai calmo e tieni la voce bassa.

Il calzolaio che di lavoro era un modello,

nel raccontar la sua novella stipava la bottega ugual di un bordello.

Lazzaro era il suo nome e anche il tuo caro zio,

di lui paura avevo e te lo giuro sul nome mio.

Di giorno e anche di notte zittir non era capace,

chiedevo a me il perché di parole fosse così vorace.

Passando un di per il carruggio ero,

dalla finestra sua lui mi chiamò in se severo.

“U te piasce he caramelle?” vociò lui con tanto di ganascia,

“Eccome no!” risposi io con una smarrita faccia.

Prendine una che è sotto il mio balcone,

a me è caduta e a venir giù è troppo un grande sprone.

Or io mi domandai che cosa lui ha imposto tal sacrificio?

L'offerta sua esser non può di un onesto auspicio.

la zuccherina caramella a due passi era accomodata,

scartai i pregiudizi prima che questa sia dissipata.

Chinandomi per cogliere questo contiguo omaggio,

un secchio d'acqua dalla finestra egli versò su me come linciaggio.

Stravolto ed annaffiato parevo un cavolfiore,

allora a lui io mi rivolsi con tutto il mio ardore.

Conciato sono io come un pulcino perché questo malfatto?

Il caldo afoso agitar mi fa e non c'è brezza,

a te pensai continuò lui da quella altezza.

Ma dimmi un po' or tu inondato dovresti più sentirti bene,

concorda pur con me che ti conviene.

Così era Lazzaro il calzolaio che ci vuoi fare?

Andarmene un po' al sole per poi farmi asciugare.

Talmente a lui tu assomigli caro Pietrino,

dirti così mi sento perché di questo ho il naso fino.

Un po' di moralistica adesso io voglio farti,

non te la prendere perché i tempi erano altri.

A caccia di fringuelli io e te un solo dì andammo,

ma ai me le testa mia soffrì di un gran malanno.

Io che di fucili e schioppi non capivo niente,

spavaldo e un po' spaccone eri tu completamente.

Ad aspettar gli uccelli il loro passaggio,

lassù in “figarea” andar mi imposti con tanto di coraggio.

Un giorno intero senza una preda al fronte,

finché un uccello comparve all'orizzonte.

La frenesia e il panico con te era eloquente,

silenzio!! tu mi dissi la mira prendo e poi gli sparerò,

un ampio fischio io feci e l'uccello si involò.

Oh mamma mia perché questo dispetto?

La caccia a me non piace già te lo avevo detto.

In preda al panico prendesti verso di me a inveire,

sciupata la giornata a te ma io non ho più niente da dire.

Ricordo un'altra volta amico mio,

una vicenda che tu abbordasti con troppo brio,

da poco tempo finito il militare avevi,

e l'arma tua era quella che in corsa van dei bersaglieri.

In piazza del paese esuberante tu arrivasti,

amici miei non stiamo a dimostrare tutti quanti i fasti.

Oggi mi sento come un treno lanciato sul binario,

esiste tra di voi qualcuno che vuole dimostrarmi il contrario?

Il giorno era domenica e tutti erano lì il caso dette,

l'omonimo “Pierin de Mainò ra sà” ad ascoltare stette.

Hooo!!!! guarda che tu dici Petrin dei Longhi,

offese io non ne prendo e qui non siamo tutti tonti.

Se tu una locomotiva sei e anche un bersagliero,

cos'è che ti fa pensar che io non sia un gran levriero?

Allora tu rivolto a lui con tanto di orgoglio,

parole poche! Mettiam la mano nel portafoglio.

Scommessa impone questa contesa,

metter così potrò a tacere la tua pretesa.

Da qui la sfida partirà e senza spreco,

fino alla Rocca per poi girarsi indietro.

Il primo di noi due che qui arriverà,

i soldi in tasca a lui e l'altro sparirà.

Finite le favelle e tolte le giacchette,

tutti e due partiste come saette.

Gli spettatori in ansia a guardare eran frementi,

nell'aspettare il primo dei due contendenti.

Il tempo passa ma ad arrivare ancor non è nessuno,

ma ecco! Laggiù ora se ne vede uno.

Più si avvicina più distinto è il suo distacco,

Pierin “de Mainò da sà” tagliò il traguardo a te lo smacco.

Rimasi solo io in piazza a consolarti,

i soldi tu perdesti così non puoi più andare avanti.

Così son fatto rivolto a me con gran tristezza,

l'impeto mio non vuol saperne di saggezza.

Passano gli anni e poco sei cambiato,

ma almeno il buon umore ti ha sempre accompagnato.

 

Piero Ranise