Il Monte Follia "a Fuglia"

Ü monte Füglia

 

(Il monte Follia )

Dai Liguri alla conquista Romana

 

 

Il monte Follia (m. 1031) un cima secondaria posta a sud del monte Faudo (m.1149), nelle estreme propaggini meridionali delle Alpi Marittime, presenta una caratteristica forma a calotta, elevata su un anello pianeggiante che ha da sempre attirato l'attenzione degli studiosi.

Nel periodo compreso tra il 1987 e il 1994 sulla cima del monte Follia si sono svolte sette campagne di scavo effettuate dalla sezione di Imperia dell'istituto Internazionale di Studi Liguri e dirette da Daniela Gandolfi e Gabriella Stabile Re, con regolare concessione del Ministero dei Beni Culturali, tramite la Sovraintendenza Archeologica della Liguria.

Tali ricerche, concentrate nel settore nord- occidentale dell'anello pianeggiante che caratterizza la cima del Follia, determinando la scoperta di un insieme di strutture e di materiali che hanno permesso di riconoscere due fasi di frequentazione del sito, databili, rispettivamente, alla seconda età del ferro e alla prima età imperiale romana.

Al primo periodo si possono attribuire alcune strutture di contenimento e terrazzamento dell'area, realizzate in filari di pietre irregolarmente sbozzate e poste di piatto, associate ad uno scarico di materiali tutti riferibili prevalentemente alla cosiddetta “Ceramica di Rossiglione”, databile nell'ambito del IV secolo a.C.; si tratta soprattutto di urne e olle biconiche e troncoconiche caratterizzate dall'ampio uso sulla superficie esterna della decorazione a pettine, a stecca o a unghiate.

Tale area, non ha restituito, per ora, nulla riferibile ad eventuali impianti insediativi in fase col materiale rinvenuto, dopo un apparente abbandono di quasi tre secoli, registra una successiva occupazione in età romana, quando, riutilizzando almeno parzialmente le strutture preesistenti, vi venne impiantata un'officina per la lavorazione del ferro.

Di quest'ultima, che costituisce sicuramente il ritrovamento più significativo del Follia, sono stati recuperati parti della fornace subcilindrica in argilla concotta, abbondanti resti della lavorazione (scorie) e del combustibile usato e numerosi strumenti in ferro (una roncola, una cesoia, due “picconi” ed altri), forse riferiti all'attività agro-silvo-pastorale che si doveva svolgere nel territorio circostante.

Il materiale rinvenuto, tra cui spiccano alcune anfore con fondo piano e piede ad anello di tradizione gallica, ceramica da mensa o da dispensa (olle, piatti, bicchieri ciotole, olpi), manufatti litici (macine e pestelli), oggetti di uso e di abbigliamento personale in ferro e bronzo (borchie, anelli, fibule ami da pesca), ha permesso di meglio precisare la cronologia di tale insediamento all'età augusto – tiberiana, epoca che coincide con la completa pacificazione e la totale conquista del territorio della Liguria occidentale, suggellata dalla costruzione della “via Julia Augusta” e dell'erezione del trofeo “in alpe Summa”(La Turbie), entrambi voluti dall'Imperatore Augusto.